Preghiere laiche

C’è un mio scritto cui sono particolarmente affezionato, e il motivo è ben preciso: l’avevo letto sul palco del Richiamo della Foresta nel 2019 davanti a un pubblico che si era rivelato infine meraviglioso. Non solo: quel momento aveva segnato per me una sorta di “esordio”, e mi aveva fatto capire una volta per tutte che ciò che fino ad allora avevo considerato un semplice sogno avrebbe potuto trasformarsi in realtà. Il sogno era quello di poter diventare scrittore, e io letteralmente mi tuffavo nel mondo con una sorta di invocazione laica rivolta proprio al mare. L’avevo scritta sulle spiagge della Sardegna nel corso del mio lungo vagabondaggio che aveva preceduto il festival, e alle mie orecchie suonava più o meno come una preghiera:

Caro mare, alle volte mi chiedo come mai noi uomini tendiamo sempre più paurosamente a voler essere altro dalla Natura. Spiegami come mai, se io andassi a vivere nei boschi, e mi sentissi diventare della stessa sostanza del legno, della terra, dell’acqua e del fuoco, mi sarebbe poi tanto difficile adattarmi al mondo degli uomini, ai suoi ritmi frenetici e alle sue presunte cordialità e ipocrisie. Insegnami cosa sia la gentilezza, senza tuttavia costringermi a rinunciare ai miei valori e alle mie credenze; a tollerare chi mi prenderebbe per pazzo per via delle mie scelte di vita, e ad avere comunque rispetto per chi reputa le sue “buone maniere” le uniche esistenti e valide. Più di tutto, aiutami ad accettare chi, credendo che il mondo vero sia quello della plastica e del cemento, dimentica sempre più da dove proveniamo davvero.

Non smettere mai, caro mare, di donarmi la gioia di dissetarmi a una fonte, di cucinarmi la cena con le mie stesse mani, e di esplorare e contemplare il mondo potendo contare esclusivamente sulle mie gambe e sulla mia testa. Fa sì che un giorno quelli che la pensano in questo modo possano essere più di quelli che credono che bastino i soldi per avere tutto nella vita ed essere felici. Dammi la forza di resistere e di continuare a essere me stesso, figlio delle stelle, e non già figlio della plastica e delle false certezze e verità.

Caro mare, aiutami a svelare la vera essenza della natura, ma, soprattutto, non smettere mai di donarmi la gioia di farmi sentire libero.



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