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Aridi pensieri (poesia)

Questa sera sono malinconico. Avrei un sacco di cose da fare, appuntate disperatamente su foglietti e post-it così da non scordarle lungo la strada, eppure è stata una giornata nera e non ho concluso un bel nulla. Proprio un giorno da dimenticare. Poi però, poco prima di andare a dormire, il punto di svolta: da un mio vecchio quadernetto salta fuori una poesia che riesce incredibilmente a strapparmi un sorriso. L’avevo scritta quando il Covid ci stava costringendo alle prime inedite e interminabili giornate di isolamento, e nessuno poteva prevedere con certezza come sarebbe andata a finire. Era insomma la mia risposta, a tratti cinica, a tratti ironica, al generale clima di angoscia nel quale si stava pian piano precipitando, e dal quale ancora purtroppo non siamo usciti. Il suo titolo dabbene è “Aridi pensieri”, quello che avevo scelto inizialmente “Birra vino e marijuana”. La condivido qui, come del resto vorrei fare con tanto altro materiale, per liberarmi temporaneamente dal peso d

Montagna di maggio

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“Felice l’uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro sé mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati; E siede e beve all’osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l’uomo come una fiamma spenta, Felice l’uomo come sabbia d’estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.” [Approdo, Primo Levi, 10 settembre 1964] Vorrei dedicare questo scritto a Debora, che l’estate scorsa aveva avuto il coraggio - e la determinazione, non senza una certa dose di incoscienza - di seguirmi nel luogo di cui parlerò a breve. E’ un piccolo bivacco di pietra e legno incastonato sul fianco di una montagna nell’alta valle del Bagnone, in Appennino, prolungamento ideale della pietraia da cui con buona probabilità derivano le sue solide mura, antico rifugio di pastori e attualmente consigliatissimo luogo di ritiro e meditazione per anime irrequiete. Dista cir