Un laboratorio di scrittura creativa con Guido Conti

Recentemente, ho partecipato a un laboratorio di scrittura creativa tenuto dallo scrittore Guido Conti. Non ho esitato, nel cogliere al volo un’occasione come questa: a mio parere, infatti, tali momenti di scambio sono molto preziosi per chi, come me, ha nel cassetto il sogno di diventare uno scrittore. Il laboratorio è stato promosso in occasione della prima edizione del concorso letterario Senghor, il quale ha come obiettivo primario quello di poter dare voce al pensiero dei giovani, su temi rilevanti che riguardano la loro vita e la società che li circonda. Guido non si limita solamente a raccontare storie: è un vero intellettuale, ed essendo di Parma, si impegna anche nel far conoscere, tramite la sua attività di scrittore, le personalità letterarie che più hanno segnato il nostro territorio e che in pochi - compreso io stesso - conoscono per davvero, quali ad esempio Giovannino Guareschi oppure Cesare Zavattini.

Non è stata la prima volta, questa, in cui ho avuto il piacere di incontrare Guido e scambiare due parole con lui: avevo già infatti partecipato, alcuni anni prima, alla presentazione di un suo libro in biblioteca a Casalmaggiore. E’ un gran chiacchierone, Guido, ed è sempre molto piacevole ascoltarlo, sia che parli dei suoi libri, sia di quelli che hanno fatto la storia della letteratura. Che cosa è davvero la scrittura? Da cosa nasce? Cosa ci motiva a scrivere e a batterci per questo? - ci siamo chiesti durante il corso. Difficile rispondere a domande del genere, dal momento che si potrebbero dare tante risposte quanti sono gli sterminati mondi interiori che caratterizzano ognuno di noi. Ma ci si può provare, leggendo le opere di chi ci ha preceduto, e, perché no, magari rispondendo tramite altre domande, anziché credere di avere in mano le risposte ultime e definitive. Si impara sempre qualcosa di nuovo, anche dopo aver fatto l’università ed essersi letti montagne di libri, se a parlare di scrittura è uno come Guido.

Personalmente, c’è una cosa che, più di altre, mi intimorisce quando scrivo. Ciò che più mi blocca, quando impugno una penna, è un sentimento molto simile a quella soggezione al cospetto della letteratura di cui parla Paolo Cognetti nel suo manuale di scrittura A pesca nelle pozze più profonde. La risposta che fornisce Paolo mi dà la forza di non arrendermi ed è molto più semplice di quanto si potrebbe mai immaginare: serve incoscienza, a suo parere, per scrivere una storia. «Per cominciare a mettere una parola dopo l’altra, seguirle e vedere dove ti portano, devi essere capace di fartene meravigliare: e raccontare una storia come se fossi il primo in questo mondo a farlo». Parole, le sue, da tenere sempre a mente, per non scoraggiarsi di fronte all’immenso universo della letteratura. E non smettere mai di vivere esperienze nuove, aggiungerei io - e credo che anche Guido sarebbe d'accordo - perché in fondo la scrittura, al pari di tante altre espressioni artistiche, altro non nasce che dalla vita e dalle sue innumerevoli manifestazioni.

Il tema del concorso Senghor si riassume in due semplici domande: Chi sono io? Chi sarò? C’è un libro di Guido Conti che ho letto e che ho particolarmente apprezzato, il quale, a mio parere, risponde molto bene a queste domande: Il volo felice della cicogna Nilou. Quella di Nilou è una storia che parla direttamente al cuore di tutti noi e che - citando direttamente dalla seconda di copertina - ci racconta il ciclo della vita e la sua generosa potenza, ci conduce per mano lungo quella strada, punteggiata di fatiche ma anche di doni meravigliosi, che ognuno percorre per trovare la propria casa. Nilou è una giovane cicogna la quale, al sopraggiungere dell’inverno, deve affrontare il suo primo lungo viaggio in Africa in compagnia della madre e delle altre cicogne. Non sarà un viaggio facile, il suo, costellato di imprevisti in un mondo ostile, ma anche di incontri importanti, senza l’aiuto dei quali, probabilmente, non sarebbe mai arrivata a destinazione. Una storia capace di far emozionare tutti, grandi e piccoli, e una inesauribile fonte di ispirazione, in questo caso per il concorso letterario Senghor. «Il vento non ti sarà sempre amico. Ricorda; tu lo devi domare, altrimenti sarà lui che porterà via te», dice la madre alla giovane figlia Nilou: un monito, questo, che dovremmo tenere sempre a mente anche noi, in ogni momento della nostra vita, e non solo da giovani.

Riporto qui, per chi volesse partecipare, il tema completo del concorso Senghor, poiché, a mio parere, la scrittura non dovrebbe essere solamente competizione, bensì anche scambio e condivisione:

Chi sono io? Chi sarò? L’identità nell’età giovanile
"Una voce di donna mi ha sussurrato nella testa che la vita è un attimo, che inizia e finisce, e che dobbiamo farci trasportare dal fiume, assecondando la corrente, ma imponendo una direzione alla canoa". (tratto da Anime Scalze di Fabio Geda)


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